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Racconti
Vento
Le previsioni erano state chiare, dopo pranzo sarebbe arrivato: il vento!
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La mattinata era stata tranquilla, partiti con calma, bave di vento che comunque, grazie alla maneggevolezza del barchino, ci avevano permesso di coprire con le sole vele le cinque miglia che ci separavano dallisola Maggiore. Avevamo dovuto pranzare in barca e, visto che eravamo partiti verso le undici della mattina siamo arrivati alla vista del maestoso castello Guglielmi dopo le quattordici. E proprio in quel momento è arrivato.
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Come al solito in queste occasioni, forte, intenso, rafficato. Chi frequenta il lago, anche da poco, non si fa mai prendere di sorpresa: un improvviso calo, laria si appesantisce, la sensazione che stia per succedere qualcosa ma soprattutto, in lontananza, il lago diventa scuro. Gli ordini sono tassativi: cazzare le vele, tutto lequipaggio in posizione, scotta della randa in chiaro e Tommaso pronto ad ammainare il fiocco in caso di necessità. Non siamo dei gran marinai e il vento forte ci fa paura ed effettivamente è quello che è successo. La raffica, proveniente da quarto quadrante è stata forte. La barca ha cominciato a sbandare, ho prontamente sventato la randa e ho ordinato a Tommaso di ritirare il fiocco. Quindi abbiamo proseguito poco sbandati verso il riparo dellisola, tra la Maggiore e la Minore; è uno specie di canale che spesso può servire da riparo, altre può diventare pericoloso perché se ci si incanala il vento ci sono pochi spazi di manovra incorrendo in pericolose "strambate".
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Entrati nel canale eravamo al riparo. Quando il lago è sferzato dalle forti raffiche, e siamo sotto vento ad un isola, faccio sempre ammainare. Sarò troppo prudente, ma non mi voglio trovare allimprovviso sotto raffica e nella situazione di non sapere esattamente cosa fare. Abbiamo girato a motore attorno allisola e, purtroppo, deciso di non scendere e di non fare il piacevole "periplo" a piedi con la visita allo stupendo paesino, al suo castello e alle sue chiesette. Eravamo consapevoli che il ritorno a Castiglion del Lago sarebbe stato faticoso. Nel frattempo, percorso tutto il canale, ci siamo riaffacciati sul lago. Un kite Surfer stava approfittando del vento forte: loro si muovono solo quando si va sopra i 10 nodi. Annusata laria e studiato il segnavento abbiamo deciso di issare la randa e via siamo partiti veloci in direzione di Castiglion del Lago.
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Come previsto il ritorno è stato faticoso. Continue manovre e virate, il fiocco issato e ammainato più volte secondo la intensità delle raffiche. Equipaggio sempre in posizione di richiamo. La velocità del vento è stata sempre tra i dodici e i quindici nodi e ho tenuto la barca poco sbandata. Non la faccio mai sbandare più di tanto con tutta la famiglia a bordo, voglio che si sentano tutti sicuri e così è stato da sempre, fin dal primo giorno che siamo andati in barca a vela, con i ragazzi ancora bambini che mi si aggrappavano addosso dalla paura quando la barca cominciava ad inclinarsi. E il ricordo più bello, la fiducia incondizionata dei piccoli verso il padre e la madre. Non è durato molto, perché così deve essere, ma il piacevole ricordo non scomparirà mai.
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Alle diciotto eravamo in porto, cotti dal sole e dalle raffiche ma, come al solito, felici della giornata che abbiamo passato a contatto con la natura, la storia di questo meraviglioso lago, ma soprattutto, con il "vento". | |
24/10/2008 Francesco Lenzi
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