|
Racconti
In solitario mi sento poì Soldini
Sabato mattina. Ci svegliamo presto, Cinzia deve andare a scuola per
riunione e io su per trasferire Vikolocorto a Laveno. In programma una
regata domenica mattina organizzata dal Rotary di Varese. Piove, ma
soprattutto Cinzia ha un raffreddore apocalittico, in breve decidiamo
di soprassedere incontro a scuola e basta per lei e ricognizione al
lago con speranza di trovare equipaggio per me. Verso le 10 il cielo
inizia a schiarire parto quindi alla volta del lago e nel mentre faccio
qualche telefonata agli amici che di solito sono disponibili a navigare
con poco preavviso. Niente da fare all'uscita di Sesto sono ormai alla
zeta sull'agenda, mi rimane solo l'ultima possibilità con i Franceschi
che son già su, cercherò di convincerli ad abbandonare Sirio e salire
con me ovviamente dopo avergli somministrato dei calmanti Parcheggiando
in cantiere non vedo la loro auto, piove a dirotto e immagino siano
andati a fare colazione, provo allora a telefonargli ma il telefono è
spento scendo in barca e con sommo dispiacere noto che Sirio è ben
coperto e abbandonato poco dopo infatti ho conferma, sono andati a
casa. Non demordo e tento di convincerli a tornare. Mi lasciano con un
barlume di speranza, ci sentiremo dopo pranzo, non mi rimane che andare
da Freddy per uno stinco e una buona birra.
Alle 13 è finita
anche la grappa, ma la telefonata non arriva. Chiamo io e mi rispondono
che non vengono, sono solo e solo le regate non si fanno. Chiamo
Lorenzo e lo avviso che non posso andare e lui mi da un ultimo
speranza: Claudio cercava un imbarco, lo chiamo e in pochi istanti ho
una discreta probabilità di averlo a bordo l'indomani mattina. Mi
basta. Telefono a Lorenzo e gli confermo che sarò della partita,
scendo, armo Vikolocorto e parto a motore verso nord, si son fatte le
3, vento non ne vedo e comunque vorrei arrivare su prima del buio, il
fido jhonson mi spinge a quasi 6 nodi, il gps mi da subito un ETA
intorno alle 6, chiamo ancora Lorenzo per dirgli di aspettarmi per
l'aperitivo.
Che rilassamento, che pace, nonostante il motore
che ulula essere sul lago da subito delle sensazioni fantastiche in un
attimo sono a Angera poi Ranco infine Belgirate praticamente da solo,
la pioggia a scacciato tutti gli smokers e perfino le barche a vela
sono pochissime, solo un immenso gennaker blu sotto Santa Caterina e un
paio davanti a Monvalle. Il paio sono i soliti compagni di sVikolate,
modifico la rotta per intercettarli e dopo pochi minuti sono con loro.
Ormeggiamo
a Laveno verso le 17, l'organizzazione del porto è sempre perfetta e
ormai ci conoscono, siamo ai nostri ormeggi e ci riuniamo sul pontile.
Altri amici sono già arrivati, Franz con le sue cime d'ormeggio di seta
e la barca perfetta, Gerva sul Comet giallo con lo spaventapasseri a
poppa; poco dopo arrivano i "ministi"e molti altri. Quattro chiacchiere
ed è già ora di salire alla Lega per l'aperitivo organizzato dal
Rotary. Una distanza proibitiva per me, soprattutto perché prima ho
accompagnato gli altri a far benzina in paese, ma che supero volentieri
per stare in compagnia. Ottimo punch con crostini, altre chiacchiere,
altri amici, iscrizione alla regata che è gratuita, ma poi ci chiedono
un obolo da devolvere in beneficenza che dono con piacere ed è già ora
di andare a cena. Solito ristorante, solito frittomisto, solite
chiacchiere. Chiacchiere che proseguono fino a portarci sul Nane per il
bicchiere della staffa e per una torta alle pere cotogne fantastica,
all'una siamo finalmente a letto, crollo come un sasso.
Purtroppo
anche Claudio mi da buca, dentro di me già lo sapevo, ma non me ne
dispiaccio, lui l'ha detto perché sapeva che così sarei andato su anche
se da solo e così ho la fortuna di imbarcarmi sul Meteor di Alessandra
e Lorenzo come terzo. Usciamo presto per la colazione e meno
presto per raggiungere il campo di regata. Sono regatanti veri e allora
mi adeguo assumendo l'atteggiamento massiccio e incazzato, 10 minuti
via i cronometri, studio del campo di regata, posizione di partenza,
marcatura degli avversari diretti, 2 minuti poggiamo mure a sinistra
attraversiamo il gruppo, un minuto virata vele a segno ci lanciamo,
colpo di cannone siamo sulla linea perfetti e perfettamente sottovento
a tutti, coperti come meglio non si potrebbe lottiamo come furie per
resistere mentre i più grossi ci sfilano subito e gli avversari ci
lasciano subito indietro di quegli incolmabili 200 metri. Alla boa
di bolina siamo comunque in mezzo al gruppo, il meteor è una barca
molto bella, leggera e docile, poche manovre e poche difficoltà perfino
per me che mi ritrovo davanti alla tastiera delle drizze per la prima
volta, lo spi esce tranquillamente, il fiocco scende e in pochi istanti
siamo pronti per la prima strambata. il campo di regata infatti è
piuttosto sbilenco e già a 20 metri dalla boa siamo in layline sulle
altre mure. Strambiamo con una facilità che mi stupisce e filiamo
recuperando parecchie posizioni. Con lo sguardo cerchiamo gli altri 2
meteor uno è molto in dietro l'altro molto avanti. Siamo in boa
entriamo strallati mure a sinistra, da manuale non fosse che quando
faccio notare che la scotta del fiocco non è pronta sopra il tangone
ottengo solo sguardi basiti. Ale sa ammainare solo a sinistra, solo a
sinistra! Non ha senso, non si fa io sono qui per vincere mica per
salvaguardare l'attrezzatura. Gli concedo di ammainare lo spy e dopo
issare il genoa, ma siccome sono io alle drizze gli lascio 3 nano
secondi fra una e l'altra manovra che comunque viene fatta in modo
perfetto alla faccia dei dubbi e delle paure. Mure a sinistra
procediamo visto che sul primo bordo ci ha fregato proprio il lato
sinistro del campo e come al solito noto che quasi tutti sono
dall'altra parte, sul lago dove le condizioni non sono mai costanti
spesso questa cosa paga, ma sta volta no. Soli sul lato destro e così
risaliamo altre posizioni, una virata poco dopo già in layline anzi
perfino oltre alla fine possiamo poggiare e accellerare ulteriormente.
L'utima poppa ci vede raggiungere altre barche più grandi, arriveremo
sulla poppa di un Surprise conta poco, ma la soddisfazione è notevole. La
regata è finita, dirigiamo senza ammainare lo spy verso il porto
ormeggio, pipì e via di corsa alla Lega Navale per la mitica fagiolata.
Mitica, ma non sempre tutto è buono nella mitologia, unica pecca
nell'organizzazione perfetta della regata e di tutto ciò che vi gravita
intorno è appunto la densità della pasta e fagioli, del vino non
parlerò. Proprio mentre il velo della depressione si avvicina dai
recessi profondi del mio animo ecco che le bandiere del circolo
cominciano a garrire con insistenza consentendo allo stomaco di
riempirsi di nuove speranze per la cavalcata di ritorno. Il colpo di
grazie viene da un signore lacustre esperto che mi guarda e mi dice:
"quando fa così non molla fino a sera". Praticamente sono già in barca,
ancora non sono fuori dal porto che già il code0 è a riva mentre la
randa porta già a segno. Accendo il pilota, srotolo la "velona" e...
rimescolo tutto ciò che c'è sotto, sono troppo invelato il pilota non
ce la fa vikolocorto si sdraia, il timone esce dall'acqua e parto in
straorza. Poco male ormai ho fiducia nella mia piccola, vado sottovento
arrotolo il code e apro il fiocco, ritorno in rotta e riparto. Il
Meteor è già lontano sia mai! Sento la vena stringersi, scendo
sottocoperta sposto un po' di roba sopravento e ci provo. Via il fiocco
e fuori il Code, Vikolocorto sbanda di nuovo ma sta volta ce la fa, 4
nodi, poi 4.5, infine si assesta tra i 4 e mezzo e i cinque, più di
così non posso chiedere mi siedo sopra vento e mi apro una bottiglia di
coca. La prima ora passa così, ogni tanto qualche + rosso perché
continua a dare buono, man mano stringo sempre più prima con la prua
sulle isole, poi su Stresa fino ad inquadrare la punta di Belgirate
comincio a credere di poterla passare in un bordo solo, intimamente so
che non è possibile a parte tutto sono a 3 miglia la vedo dritta
davanti a me e anche non scarseggiasse c'è sempre lo scarroccio, ma ci
provo lo stesso. Procedo attento con l'occhio sul mostravento e il dito
sul pilota davanti a me le boe dei cantieri di Stresa comincio a
sperare di passargli sopra vento. Le prime ce la faccio già al secondo
gruppo passo a meno di mezzo metro, davanti a me un Comet rosso a meno
di 100 metri ormeggiato saldamente sulla mia rotta, penso perfino che
potrei passargli a prua ben sapendo che fra lei e la boa c'è una cima.
Niente da fare devo virare, comando al pilota, avvolgo e svolgo sulle
nuove mura e, solo ora penso agli altri "soci", il Meteor ovviamene è
la avanti quasi invisibile, mentre Nane Oca è dietro, ma dietro dietro
lo vedo, ma è dietro! Le rotte sono convergenti comincio ad osservarlo
e non mi sembra che scada, ne avanti ne indietro, per lo meno posso
pensare di tenere botta, ma manca comunque un miglio all'incrocio, mi
faccio un giro per la barca vado a prua, mi appoggio un po' al boma a
godermi la navigazione. Torno in pozzetto ritraguardo Nane Oca e con
sommo gaudio noto che il rilevamento è scaduto verso poppa attendo
quindi di essere sulla loro prua e viro di nuovo anche se non sono
ancora sulla Layline di Belgirate. Così procediamo per un'altra mezzora
nella quale man mano li distanzio. Un'ultima virata dopo aver
incrociato sottovento un Bavaria che nella successiva sarà anche lui
sotto e poco dopo Belgirate il vento cala, cala al punto da portare
l'ETA oltre le 10 di sera. Troppo.
Motore, mentre Vikolocorto
si guida da solo a destinazione rimetto in ordine sottocoperta, faccio
la sacca e chiudo le vele. Alle 18 sono in porto, il tempo di far
benzina, raccogliere le mie poche cose, chiudere il tambuccio e coprire
la barca; in 5 minuti sono già con davanti una birra al Germagna.
Che
altro? Non c'è più nulla che possa aggiungere se non che navigare in
solitario mi piace infinitamente non fosse che non posso farlo senza le
mie donne.
28/09/2009 Stefano Madella vikolocorto@vikoclass.org
Questa pagina è stata visualizzata n. 1760 volte
0 Commenti
|
|
|