NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Tecnica

Un fiore tra i pruni

UN  FIORE  TRA  I  PRUNI …..  IL  PIVIERE  MERIEN.

Unica vela rimasta in questo cantiere !!!


La decisione di acquistare un Piviere 6.14 a deriva mobile, nel mio caso, non è stata casuale ma ben ponderata.

Dopo aver provato un discreto numero di imbarcazioni, sia a vela che a motore, grandi e piccole, leggendo qua e là del Piviere nei vari testi , ritenni che questa potesse essere la giusta barca sia per il genere di navigazioni che intendevo intraprendere, sia per il luogo dove maggiormente avrei navigato, prevalentemente affacciato alla bella Toscana, ricco di spiagge  isolate  spesso irraggiungibili da terra, come i parchi di Migliarino e S.Rossore dove poter trascorrere ore incantevoli anche nei mesi ”caldi”, lontani dalla ressa, in posti che ricordano le spiagge e le dune dei tempi del D’Annunzio.

In una invernata di restauri alla specie di “relitto di Piviere” che avevo acquistato, dopo i vari lavori già descritti negli articoli tecnici di questo giornale, il Merien ha lentamente subito una metamorfosi adattandosi alle mie esigenze , anche di uso in solitario, grazie a diversi piccoli accorgimenti che lo hanno reso di una dolce ,comoda e pratica facilità d’uso.

Per prima cosa rifeci  fare la deriva tagliandola da una lastra di acciaio di 2 cm e portandola a zincare a caldo .

Inoltre ristrutturai in resina tutta la scassa rinviando il sollevamento della deriva ad una manovella nel pozzetto sotto la barra del timone.





L’adozione di due rollafiocchi autocostruiti  mi permette di  avvolgere su se stessi sia il fiocco usuale che il grande genoa  fatto fare su misura che parte dalla cima dell’albero al pulpito di prua  per terminare con la scotta di comando sulla seconda rotaia installata a poppavia di quella del fiocco.

Il tutto manovrabile dal pozzetto.




Inoltre entrambe le vele di prua sono infierite con la base più alta del pulpito di prua lasciando così al disotto una ottima visibilità  dal pozzetto della nostra direzione di marcia.

Anche la randa è stata dotata di un pratico avvolgitore, escludibile con un nottolino di fermo, allorché viene issata, ricavato dal marchingegno normalmente usato per avvolgere le tende esterne alle abitazioni.


Anche l’allungamento di circa 90 cm della poppa  ha lo scopo di poter inserire a scomparsa il motore Evinrude 9,9 hp in un gavone centrale ricavato nell’allungamento,  completamente inclinabile per non avere attriti sotto vela e facilmente manovrabile dal pozzetto.

 
 
 
 
 
 




Altra opera importante è stata la costruzione del timone, con profilo alare, semplicemente sollevabile direttamente dalla barra con una cimetta continua.


L’impianto elettrico ha come base un pannellino solare da30w e una batteria a gel messa nel gavoncino di prua, sotto le cuccette,  dove è alloggiato anche il wc originale Orvea.

Fornellino e accessori cucina sono del tipo campeggio riposti in una bacinella di plastica sotto la cuccetta di dritta.

Il serbatoio benzina prende posto a destra del vano motore, mentre a sinistra dello stesso ci sono 2 taniche per l’acqua e relativa autoclave con doccetta.

All’estrema poppa nei due gavoni laterali a quello del motore, prendono rispettivamente posto la cinture salvagente, i parabordi e le cime varie d’ormeggio.

Due ancore con relative cime sono nel gavone di prua ricavato in coperta.



L’albero, opportunamente arretrato per compensare l’allungamento dello scafo, è facilmente abbattibile, con l’uso di un sistema di carrucole fisse e l’impiego del tangone semplicemente sfilando il perno a prua indicato col rosso.
 
 
 

Ed è così che dopo 3 anni in terra il Merien finalmente si è avviata al varo dallo scivolo del cantierino…..



Ed in terra, dopo il varo, è rimasto il carrellino costruito appositamente per questo scopo,  completamente smontabile, semplicemente allentando quattro giunti innocenti ! ! !




Mentre il Merien con a bordo il mio mozzo migliore riprendeva il suo posto in acqua.





BUON VENTO A TUTTI.






06/09/2009 Mario Volpini
v.maryone@libero.it

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