|
Racconti
Quelli che la Vela
Non faccio le regate non mi piacciono, ho l'ansia da partenza. Ma
oggi, lunedì 6 luglio, Vikolocorto viene messo sul carrello per il
riposo estivo e mi sarebbe bastato anticipare di un paio di giorni il
repulisti dei gavoni per avere la barca leggera per di più con la
carena pulita, fatta solo 2 mesi fa, aggiungiamoci che Quelli che la
Vela è una regata divertente e con una formula adatta a noi piccoli ed
ecco che venerdì pomeriggio mi ritrovo a sudare come un ippopotamo
iperidrotico sottocoperta. Alla fine avrò tolto 4 cassette di cibarie e
attrezzature, unite a non meno di un altro quintale di materiale
frammisto lasciano il Viko e con loro anche parabordi, ancora, catena,
lazybag e qualsiasi cosa possa far peso o intralciare. Alla fine la
nuova linea di galleggiamento salita di almeno 5 cm sui 23 totali con
al poppa e la prua ben al di fuori dell'acqua mi avrebbe fatto
risparmiare un 15% di antivegetativa, Terminato l'improbo lavoro mi
dedico anche ai lavori di fino controllando bozzelli, drizze, scotte e
regolando pure le sartie, mi balena perfino l'idea di un tuffetto per
una passata alla carena, ma mi accorgo che sto esagerando. Lascio
quindi che l'opera viva si aggiudichi l'ingrato compito di scusante per
il piazzamento mi doccio e mi dirigo alla solita locanda per
l'appuntamento con l'equipaggio. Ignazio, amico acquisito per tramite
di compagni di scuola delle figlie e Cristiano lacustre già in
equipaggio nelle pochissime tenzoni a cui Vikolocorto ha partecipato.
Il primo digiuno di vela, così lui sostiene, ma secondo me mente; il
secondo con una sensibilità da 20piedista unica. Siamo solo in 3
quindi per tenere la barca ancora più leggera, ma tosti. Tosti al punto
che ci limitiamo nel mangiare e bere e per essere riposati la mattina
seguente andiamo a nanna presto, le 2. La sveglia alle 7 ci vede
invariabilmente belli rinautocensuredti uscire con il lago ancora non
agitato dai motoscafi nell'assoluta e totale piatta raggiungiamo la
linea di partenza. La regata prevede 2 voli, uno alle 9,30 e uno alle
14,30, 4 miglia ciascuno Arona-Lesa-Arona. Timono io, Cristiano a prua,
Ignazio alle scotte fiocco e portanti e drizze. Partiamo si, ma
veramente di merda, credevo di essere in buona posizione, ma il vento
che ci molla e il mio subconscio da linea di partenza ci fanno rimanere
parecchio indietro. Per contrappasso almeno 5 barche sono messe peggio
di noi e soprattutto 3 le teniamo dietro mentre risaliamo di bolina
nella brezza morente, in partenza abbiamo perfino tentato il fiocco, ma
già dopo la linea anche l'ammazzapatane fatica a raccogliere l'aria
sufficiente a farci muovere. Siamo solo a metà percorso quando i primi
issano gli spinnaker, ma noi lottiamo caparbiamente per girare almeno
la boa di bolina e di farlo non ultimi. Caparbi, ma non fino al punto
di dover inseguire la boa che si sposta decisamente verso il largo e
poi verso Ranco, il comitato dirà che non è vero, ma noi e altre barche
siamo convinti del contrario. Giriamo quindi la prua più o meno dove
riteniamo dovesse essere la boa e diamo motore, perché ormai la piatta
è totale, giungendo alla linea di arrivo per vedere i pochi
classificati tagliare il traguardo. Tutti a terra quindi per il
meritato riposo e per 2 chiacchiere finalmente ad armi pari anche con
chi arma mostri di 45 piedi con vele in carbonio. Qui noi siamo
addirittura in vantaggio potendo esibire la nostra solita cambusa super
fornita. Alle 14, seguendo la barca giuria, ci riportiamo alla linea
di partenza. Questa volta lascio il timone a Cristiano, mando giù 3
tranquillanti e mi preparo al botto. Ai 3 minuti sono a prua, indecisi
fra fiocco, code0 o gennaker, sulle nostre teste il temporale fa
saltare e ruotare il vento in ogni dove, chi è mure a dritta in boa si
ritrova di colpo contestato da chi, fortuna sua, pur sbagliando si
ritrova in ragione. 1 minuto, sopra il temporale, sotto 30 barche una
contro l'altra chi con il fiocco chi con lo spy. Una delle più belle
partenze che abbia mai visto e anche mai fatto usciamo dalla linea
spaccando il secondo mi piace pensare perfino primi, peccato che noi
siamo di bolina con 3 nodi e 50 metri a ovest ne hanno pochi di più ma
in poppa, a consolazione altri 50 metri e in barca giuria sono
totalmente nella piatta. Qualcuno dirà che in queste condizioni non si
da la partenza, ma noi siamo lacustri e qui si parte sempre da 0 a 50
nodi. Via allora di bolina tutti sottovento concentrati e decisi a
farcela. Sopra di noi un Alpa 9,50 che in quella bavetta non avanza
nemmeno con le furiose timonate dello skipper e sottovento quel
bestione di Obelix che nonostante i suoi 10 metri non riesce a
scrollarsi di dosso noi, la pulce. Avanziamo nei refoli, gli sparaboe
più cazzuti la davanti, ma più vicini rispetto alla mattina alcuni
perfino dietro di noi. Un'ora dopo sentiamo la sirena dei primi
arrivi, come deciso la regata termina alla boa di bolina e i mostri
impiegano questo tempo a coprire le 2 miglia, un'altra mezz'ora e siamo
a meno di 100 metri dalla boa, il compensato potrebbe perfino
premiarci, ma non è destino il vento molla completamente rimaniamo li a
ciondolare ancora per altri 20 minuti poi vedendo le facce sconvolte e
non avendo uno specchio per conferma prendo la decisione che spetta
all'armatore accendo il motore e mi dirigo verso casa. Rimango
convinto che la formula, poche miglia e più partenze, è vincente per le
ariette del Verbano. Purtroppo luglio non è periodo adatto, se da un
lato 4 miglia consentono di far correre ad armi pari, barche dai 20 ai
45 piedi, in questo periodo sono troppo poche le possibilità di avere 2
ore di vento. Avremmo dovuto correre lunedì mattina
06/07/2009 Stefano Madella vikolocorto@vikoclass.org
Questa pagina è stata visualizzata n. 2009 volte
0 Commenti
|
|
|