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Racconti
Si va in Svizzera
Venerdì 29 maggio ore
21,00 - siamo ormeggiati al Germagna in attesa che le nubi
temporalesche decidano l'orario di partenza, guardiamo fuori dalle
vetrate speranzosi con una gran voglia di partire, ma non sembra che il
vento voglia assestarsi. Attendiamo. Tergiversando si fanno le
dieci, si fa tardi per poter sperare di fare un tratto utile in
notturna, scendiamo in barca per avere un colpo d'occhio migliore. Le
nubi sembrano diminuire, i temporali sono lontani verso sud, calcolo
che anche dovessero salire nuovamente riuscirei a distanziarli, a nord
è invece terso e il crepuscolo lascia intravedere le stelle.
Molliamo gli ormeggi con la randa già terzarolata e senza armare le
velone a prua, ben coperti, con salvagenti e life line già assicurate.
Stop! Il vento cessa del tutto. Motore, pilota, musica in sottofondo e
via verso nord con il GPS che ci segnala la rotta. Mentre il buio fa
sparire i consueti riferimenti passiamo il canneto ben al largo per
paura della secca, quindi Angera e sempre ben discosti puntiamo su
Solcio.
Sono le 23 il vento inizia a gonfiare la randa da sud, ho proprio
voglia di vela spengo subito la falciatrice e apro il fiocco a
farfalla. Anche se procediamo solo a 3 nodi lascio comunque la mano
alla randa.
A Ranco il lago si apre, di notte è l'unico punto dove possiamo
immaginare orizzonti non limitati, la sponda lombarda è infatti immersa
nel buio e sembra non esserci, c'è ancora la luna, ma sta per
tramontare e non si riflette quasi più sui costoni rocciosi di Ispra e
Santa Caterina. Siamo in poppa per rotta, ma allargo comunque un bel
po' da Belgirate, perché qui il vento salta sempre e presto lo avrò al
traverso da destra. Cinzia scende a dormire, rimango da solo, senza
luna con le vele a segno mi godo il momento.
Ore 24 e qualcosa, con tanta acqua sottovento mi sento più sicuro, lego
la life-line lunga e vado a prua per issare il gennaker, dopo poco sono
a tutta tela con il vento al giardinetto il pilota che controlla la
barca, sono felice. Dura poco, essere soli al comando non potendo
contare su nessun aiuto per di più con i cari inconsapevoli che dormono
mette ansia normalmente, di notte ancora di più, per di più mi sembra
che il vento aumenti. Avvolgo il gennaker, riprendo la mano alla randa
e poggio di nuovo a farfalla.
Sabato ore 1,00 allargandomi verso le isole inizio a sentire il fetch,
il Vikopilota soffre un po' l'onda al giardinetto, io sono stanco e non
ho voglia di timonare, porto la prua al vento che tra l'altro è anche
aumentato, ammaino la randa e mi rimetto in rotta con il solo fiocco. 3
nodi.
ore 1,30 transito davanti a Cerro, l'ingresso è difficile ci sono 2
secche e una sassaia bastarda, ma lo conosco bene e potrei entrare, c'è
però un solo posto in transito e da fuori non si vede se è libero,
meglio proseguire d'altra parte volevo arrivare a Caldè. Ora sono al
traverso di Laveno, Caldè è solo 4 miglia avanti a me però a Laveno ci
sono gli altri, c'è la corrente elettrica e il porto è ridossato anche
da sud a Caldè solo se c'è posto nel porto vecchio. Accendo il motore
avvolgo il fiocco e sveglio Cinzia per ormeggiare, di solito faccio da
solo, ma sono troppo stanco. Alle 2 dormo con addosso ancora la cerata.
Pochi
minuti dopo qualcuno bussa, guardo l'orologio sono le 9, esco la testa
dal tambuccio e vedo Lorenzo bello fresco e pronto per partire.
Mannaggià a lui. Faccio una puntatina in bagno sveglio Cinzia e insieme
facciamo colazione: caffè, yogurt, fette viscottate, frutta. C'è il
sole e il vento è già bello stabile da sud, strano per il lago, ma
perfetto per noi, solo che fa un freddo cane. Usciamo in conserva e
iniziamo a risalire, vorrei fermarmi a fare benzina a Caldè, ma non
avendone usata fino adesso posso rischiare, tanto c'è il canalone che
sicuramente ci prenderà e sputerà dall'altra parte.
E così fa. Vi giungiamo con tutte le vele a riva, spinti da sud da 5/6
nodi di aria stabile e costante che più non si potrebbe desiderare,
giriamo a sinistra per imboccarlo... 8, 10, 14, avvolgo il gennaker, e
rallento 16, apro il fiocco e torno ad accellerare con l'apparente che
si assesta sui 14. Sento al telefono czamba che è "dall'altra parte"
lui abituato a questo tratto mi dice che sta bordeggiando con solo il
fiocco. Proseguiamo e come detto il canalone ci sputa a Zenna soffiando
sempre da sud costante. E' solo un fatto psicologico usciti dal
canalone il vento non molla anzi aumenta, ma noi siamo comunque più
tranquilli, raggiungiamo Cristiano mi affianco sottovento, a bordo la
mogliettina abituata al vento, ma nelle pampas argentine non sembra per
nulla divertita, infatti dopo poco ci lasciano, non vengono ad Ascona,
o meglio vengono, ma in auto. Noi poggiamo dirigendo decisi verso il
porto patriziale. Preoccupati perché la capitaneria chiude alle 16, per
la stanchezza siamo in porto già alle 15.00. La sera la passeremo su
lungolago della ridente località.
Domenica 31 maggio.
Programma distensivo. Visione della partenza della VerBenn, visita alla
foce del Ticino e ormeggio anticipato a Locarno per visitare la
cittadina. Talmente distensivo che dopo una veloce incursione sul
Ticino con sosta per il pranzo procediamo spediti verso Locarno
inseguiti da nuvoloni neri che preannunciano ciò che poco dopo l'ormeggio manterranno.
Lunedì 1° giugno
Oggi ci aspetta il secondo "tappone pirenaico", le previsioni della
sera erano funeste, ma a parte il freddo meteo Svizzera questa volta
non c'ha preso per nulla, cielo terso senza una nuvola. Non c'è
purtroppo nemmeno il vento. Motore allora verso le isole di Brissago
passaggio fra le 2 al cardiopalma con carta e GPS che segnano 10 metri
ed ECO che scende fino a 1,40, poi via verso sud costeggiando fino alla
dogana e infine puntando decisi verso Cannobbio. Mentre si scende
affiancati si scherza sul canalone:
hai prenotato il vento?
si 25 nodi, facciamo a metà o ne vuoi di più?
no io ne prendo al meno 15 tanto il Viko ha il code 0
guarda che li ho chiesti da nord
Il
canalone ha capito l'intensità ma non la direzione e i 25 nodi sono da
sud. Onda e un freddo cane. In men che non si dica siamo con il fiocco
e una mano. Ormai esperti (si mette l'orecchino d'oro per il canalone?)
boliniamo fino a Cannero, qui cala e possiamo dar fondo alla cambusa
per il pranzo mentre Vikolocorto procede di bolina larga con il
frullone. Giusto il tempo di mangiare e il vento ritorna gagliardo,
Ale e Lore con il Meteor questa volta hanno una marcia in più e partono
come missili, noi viriamo subito per spaiare e sperando nella loro
solita tattica suicida che sembra portarli sotto la rocca di Caldè.
Nulla da fare oggi non c'è proprio storia ci daranno un distacco
scandaloso. A parte questo una bolina molti divertente con Cinzia che
per un buon tratto si è perfino mostrata interessata rimanendo in
coperta. Il tratto per lei è comunque troppo, già a metà del tragitto
era al calducio con la coperta di pile a leggere un libro, unica
concessione spostarsi sopravento.
Chiudiamo la giornata in bellezza con il ritorno nel gruppo di Elena e
Luca e l'incursione di Franz che gentilmente ci offrirà la sua barca
per l'aperitivo. Non credo lo farà mai più.
Martedì 2
- Previsione 10/15 nodi da nord, usciamo gasatissimi per l'ultima
tratta, affilo le armi per evitare lo smacco del giorno prima. Sarà una
piatta totale fino ad Angera dove sosteremo per il pranzo e poi ancora
fino all'ormeggio.
03/07/2009 Stefano Madella vikolocorto@vikoclass.org
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