NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Racconti

Si va in Svizzera

Venerdì 29 maggio ore 21,00 - siamo ormeggiati al Germagna in attesa che le nubi temporalesche decidano l'orario di partenza, guardiamo fuori dalle vetrate speranzosi con una gran voglia di partire, ma non sembra che il vento voglia assestarsi. Attendiamo.
Tergiversando si fanno le dieci, si fa tardi per poter sperare di fare un tratto utile in notturna, scendiamo in barca per avere un colpo d'occhio migliore. Le nubi sembrano diminuire, i temporali sono lontani verso sud, calcolo che anche dovessero salire nuovamente riuscirei a distanziarli, a nord è invece terso e il crepuscolo lascia intravedere le stelle.
Molliamo gli ormeggi con la randa già terzarolata e senza armare le velone a prua, ben coperti, con salvagenti e life line già assicurate. Stop! Il vento cessa del tutto. Motore, pilota, musica in sottofondo e via verso nord con il GPS che ci segnala la rotta. Mentre il buio fa sparire i consueti riferimenti passiamo il canneto ben al largo per paura della secca, quindi Angera e sempre ben discosti puntiamo su Solcio.
Sono le 23 il vento inizia a gonfiare la randa da sud, ho proprio voglia di vela spengo subito la falciatrice e apro il fiocco a farfalla. Anche se procediamo solo a 3 nodi lascio comunque la mano alla randa.
A Ranco il lago si apre, di notte è l'unico punto dove possiamo immaginare orizzonti non limitati, la sponda lombarda è infatti immersa nel buio e sembra non esserci, c'è ancora la luna, ma sta per tramontare e non si riflette quasi più sui costoni rocciosi di Ispra e Santa Caterina. Siamo in poppa per rotta, ma allargo comunque un bel po' da Belgirate, perché qui il vento salta sempre e presto lo avrò al traverso da destra. Cinzia scende a dormire, rimango da solo, senza luna con le vele a segno mi godo il momento.
Ore 24 e qualcosa, con tanta acqua sottovento mi sento più sicuro, lego la life-line lunga e vado a prua per issare il gennaker, dopo poco sono a tutta tela con il vento al giardinetto il pilota che controlla la barca, sono felice. Dura poco, essere soli al comando non potendo contare su nessun aiuto per di più con i cari inconsapevoli che dormono mette ansia normalmente, di notte ancora di più, per di più mi sembra che il vento aumenti. Avvolgo il gennaker, riprendo la mano alla randa e poggio di nuovo a farfalla.
Sabato ore 1,00 allargandomi verso le isole inizio a sentire il fetch, il Vikopilota soffre un po' l'onda al giardinetto, io sono stanco e non ho voglia di timonare, porto la prua al vento che tra l'altro è anche aumentato, ammaino la randa e mi rimetto in rotta con il solo fiocco. 3 nodi.
ore 1,30 transito davanti a Cerro, l'ingresso è difficile ci sono 2 secche e una sassaia bastarda, ma lo conosco bene e potrei entrare, c'è però un solo posto in transito e da fuori non si vede se è libero, meglio proseguire d'altra parte volevo arrivare a Caldè. Ora sono al traverso di Laveno, Caldè è solo 4 miglia avanti a me però a Laveno ci sono gli altri, c'è la corrente elettrica e il porto è ridossato anche da sud a Caldè solo se c'è posto nel porto vecchio. Accendo il motore avvolgo il fiocco e sveglio Cinzia per ormeggiare, di solito faccio da solo, ma sono troppo stanco. Alle 2 dormo con addosso ancora la cerata.





 

Pochi minuti dopo qualcuno bussa, guardo l'orologio sono le 9, esco la testa dal tambuccio e vedo Lorenzo bello fresco e pronto per partire. Mannaggià a lui. Faccio una puntatina in bagno sveglio Cinzia e insieme facciamo colazione: caffè, yogurt, fette viscottate, frutta. C'è il sole e il vento è già bello stabile da sud, strano per il lago, ma perfetto per noi, solo che fa un freddo cane. Usciamo in conserva e iniziamo a risalire, vorrei fermarmi a fare benzina a Caldè, ma non avendone usata fino adesso posso rischiare, tanto c'è il canalone che sicuramente ci prenderà e sputerà dall'altra parte.

E così fa. Vi giungiamo con tutte le vele a riva, spinti da sud da 5/6 nodi di aria stabile e costante che più non si potrebbe desiderare, giriamo a sinistra per imboccarlo... 8, 10, 14, avvolgo il gennaker, e rallento 16, apro il fiocco e torno ad accellerare con l'apparente che si assesta sui 14. Sento al telefono czamba che è "dall'altra parte" lui abituato a questo tratto mi dice che sta bordeggiando con solo il fiocco. Proseguiamo e come detto il canalone ci sputa a Zenna soffiando sempre da sud costante. E' solo un fatto psicologico usciti dal canalone il vento non molla anzi aumenta, ma noi siamo comunque più tranquilli, raggiungiamo Cristiano mi affianco sottovento, a bordo la mogliettina abituata al vento, ma nelle pampas argentine non sembra per nulla divertita, infatti dopo poco ci lasciano, non vengono ad Ascona, o meglio vengono, ma in auto. Noi poggiamo dirigendo decisi verso il porto patriziale. Preoccupati perché la capitaneria chiude alle 16, per la stanchezza siamo in porto già alle 15.00. La sera la passeremo su lungolago della ridente località.




   
   

Domenica 31 maggio. Programma distensivo. Visione della partenza della VerBenn, visita alla foce del Ticino e ormeggio anticipato a Locarno per visitare la cittadina. Talmente distensivo che dopo una veloce incursione sul Ticino con sosta per il pranzo procediamo spediti verso Locarno inseguiti da nuvoloni neri che preannunciano ciò che poco dopo l'ormeggio manterranno.




Lunedì 1° giugno Oggi ci aspetta il secondo "tappone pirenaico", le previsioni della sera erano funeste, ma a parte il freddo meteo Svizzera questa volta non c'ha preso per nulla, cielo terso senza una nuvola. Non c'è purtroppo nemmeno il vento. Motore allora verso le isole di Brissago passaggio fra le 2 al cardiopalma con carta e GPS che segnano 10 metri ed ECO che scende fino a 1,40, poi via verso sud costeggiando fino alla dogana e infine puntando decisi verso Cannobbio. Mentre si scende affiancati si scherza sul canalone:
– hai prenotato il vento?
– si 25 nodi, facciamo a metà o ne vuoi di più?
– no io ne prendo al meno 15 tanto il Viko ha il code 0
– guarda che li ho chiesti da nord


Il canalone ha capito l'intensità ma non la direzione e i 25 nodi sono da sud. Onda e un freddo cane. In men che non si dica siamo con il fiocco e una mano. Ormai esperti (si mette l'orecchino d'oro per il canalone?) boliniamo fino a Cannero, qui cala e possiamo dar fondo alla cambusa per il pranzo mentre Vikolocorto procede di bolina larga con il frullone.
Giusto il tempo di mangiare e il vento ritorna gagliardo, Ale e Lore con il Meteor questa volta hanno una marcia in più e partono come missili, noi viriamo subito per spaiare e sperando nella loro solita tattica suicida che sembra portarli sotto la rocca di Caldè. Nulla da fare oggi non c'è proprio storia ci daranno un distacco scandaloso. A parte questo una bolina molti divertente con Cinzia che per un buon tratto si è perfino mostrata interessata rimanendo in coperta. Il tratto per lei è comunque troppo, già a metà del tragitto era al calducio con la coperta di pile a leggere un libro, unica concessione spostarsi sopravento.
Chiudiamo la giornata in bellezza con il ritorno nel gruppo di Elena e Luca e l'incursione di Franz che gentilmente ci offrirà la sua barca per l'aperitivo. Non credo lo farà mai più.




Martedì 2 - Previsione 10/15 nodi da nord, usciamo gasatissimi per l'ultima tratta, affilo le armi per evitare lo smacco del giorno prima. Sarà una piatta totale fino ad Angera dove sosteremo per il pranzo e poi ancora fino all'ormeggio.


03/07/2009 Stefano Madella
vikolocorto@vikoclass.org

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