Racconti di barche
Tempo
fa sul forum apparve una domanda da parte di un nostro amico che
chiedeva se una barca, anche piccola, può servire a "CUCCARE"!!!
Scartabellando
vecchie foto, ne ho trovate un paio che mi hanno fatto ricordare
quando, da piccolino, mio padre mi regalò la mia prima "barchetta"
di legno.
Laveva
fatta fare in Cantiere da un operaio, abituato in passato a produrre
particolari in legno per gli idrovolanti che costruivano a Bocca d'
Arno.
Ricordo
ancora che con quella barchetta ed un semplicissimo retino da
conchiglie ebbi, "a tal proposito", un discreto successo,
dovuto anche per quel tipo di giocattolo, alquanto inusuale sulle
nostre spiagge, se non altro per le sue dimensioni.
E
proprio così credo che sia nata in me la passione per la nautica.
Peraltro,
ho anche ritrovato una foto della Meri da piccola, che dimostrava già
le sue aspirazioni nautiche.
Anche
se, come possiamo notare, non aveva ancora le idee chiare,
confondendo per un timone a ruota, larchetto del carrello della
randa di questa lancia di legno con probabile vela latina, e
mostrando in quel bel faccino, una leggera preoccupazione se quella
fosse la poppa o la prua dellimbarcazione e quale sarebbe stata
leventuale direzione della stessa una volta preso il mare !!!
Poi
siamo cresciuti e, percorrendo lo stesso sentiero buono del
destino, ci siamo incontrati.
Da
subito abbiamo capito che uno dei nostri maggiori interessi comuni
era appunto il mondo marino più di quello montano, per
cui abbiamo iniziato ad andare in barca fin dai nostri primi
incontri.
Non
nego di aver avuto anche barche a motore, tra queste, anche un bell
Akis 21 della C&B con un discreto piede poppiero, motorizzato
volvo 140 hp, ben due Tonnetti con 70 hp della Conaplast, e
anche il suo fratello maggiore, il Tornese.
Per
poi approdare definitivamente, con certezze comuni del nostro animo,
alla nautica velica
come diceva un nostro vicino di
pontile, non so in quale dialetto
..alle
barche co ù
palo!!!
riferendosi certamente allalbero delle barche a
vela!!!!
Essendo
figli unici, ma con addosso un vestito ereditario di famiglie
rispettose ed un po allantica (abitavamo entrambi sia con i
genitori, che con la parte materna dei nonni) abbiamo avuto,
lavorando entrambi, una certa libertà di scelta del nostro tempo
libero, che ci ha permesso vari tentativi di approccio a diverse
forme di svago tra i quali ha appunto la nautica velica.
Copiando
una frase del nostro amico Gabriele apparsa ultimamente sul forum
che, non nego, mi ha preso del tempo per la sua interpretazione,
essendo in un dialetto non nostro, una volta tradotta, la
Felliniana espressione Amarcord, come il titolo del suo film (
ho sempre pensato che volesse dire amarezza nei ricordi o
ricordi amari)
.A
MARCORD CLA VOLTA
..
= io mi ricordo...di quella
volta
.
provo
a farla subito mia
.
A
marcord cla volta
che decidemmo di trascorrere qualche
giorno insieme a Roberto con lormai da tempo sua, AMALIA.
Purtroppo
subito notammo il suo degrado!!!
.Ma conoscendo bene Roberto
non poteva che essere così!!!
..
Come
gli ho sempre detto gli è mancato un tocco femminile accanto,
per toglierlo da quella sua bonacciona e genuina
trasandatezza che gli ha fatto ridurre lAmalia, come hanno
potuto anche vedere in occasione del TAN a Livorno, Giovanni e
Alfredo, nelle condizioni delle foto che allego!!!
Nota bene questo è allo stato attuale
il motore volvo nuovo!!!
MA
LA CHICCA FINALE E IL BAGNO!!!... POICHE HA SFATTO IL
BAGNO NELLA SUA FALEGNAMERIA, HA PENSATO BENE DI RECUPERARE IL
LAVANDINO DI CERAMICA E LE PIASTRELLE
.. E
MURARLE !!!
NEL
BAGNO DELLA BARCA, SEPPURE ROTTE!!!
.
CON
IL SUO PERENNE SORRISO SARCASTICO MI HA DETTO CHE HA RINUNCIATO AL
WATER E AL BIDET, PERCHE NON SAPEVA COME INSTALLERLI !!!
MA
NON E DETTA LULTIMA PAROLA!!!
COMUNQUE
RESTA SEMPRE UN GRAN SIMPATICONE, CON QUELLA SUA ARIA DA PERENNE
INDAFFARATO A RIMURìGINAR PENSIERI !!!
Proseguendo
con il racconto decidemmo di seguire Roberto, che voleva andare in
Corsica .
Opportunatamente
informata la Meri sullattuale stato dellAMALIA, decidemmo di
dire a Roberto che avremmo usufruito volentieri di un passaggio
insieme a lui fino alla Capraia, dove volevamo trascorrere alcuni
giorni con una tendina, che ci eravamo portati appresso e fare un po
di bagni in quella splendida acqua !!!.
Lasciammo
lormeggio di Livorno a pomeriggio inoltrato.
Nel
frattempo, data una ripulitina superficiale, allorché la Meri decise
di mettere in frigo la frutta fresca che ci eravamo portati dietro,
scoprì che cerano dentro delle scarpe.
Meravigliata, ma non
più di tanto, chiese del perché a Roberto, il quale candidamente
disse che era solito fare così, in maniera che una volta messe per
sbarcare, sarebbe stato bello fresco !!!
Disse
inoltre di non meravigliarci se in barca trovavamo qualche lucertola
o delle formiche , abituali clandestini di bordo.
Il
vento era piuttosto teso sin dalla partenza, ma in prossimità della
Capraia rinforzò a tal punto che una sartia in alto sopra le
crocette si schiantò spezzando lalbero quasi in cima,
fortunatamente rimasto in piedi, ben piantato come era nella scassa.
Cercammo
invano di mettere in moto il motore ma questo si presentava proprio
come un morto insieme alle sue batterie !!!.
A
tarda notte con due vele di fortuna, raggiungemmo il porticciolo
della Capraia.
Cenammo
con qualcosina, poi, stanchi, dopo aver rimosso uninfinità di
roba, ci coricammo nelle cuccette di prua, mentre Roberto disse che
avrebbe dato unocchiatina al motore.
Passate
alcune ore fui svegliato da alcuni colpi secchi allo scafo.
Vado
in coperta e trovo Roberto con aria soddisfatta, che mi dice di
essere salito sullalbero e averlo riparato inchiodandoci giro giro
delle tavolette recuperate da un pagliolo della barca che aveva
sfatto.
Inoltre
la cosa più bellina era che aveva riparato la sartia rotta
semplicemente annodandola con laiuto di un paio di pinze !!!.
Nel
frattempo aveva anche sbriciolato il motore per cercare invano il
guasto.
Comunque
mi disse che in mattinata avrebbe ripreso il viaggio per la Corsica e
se andavamo con lui era ben felice. Lo ringraziai, ma saremmo rimasti
in Capraia che non conoscevamo, per proseguire col nostro programma.
E
cosi fu.
Io
e la Meri sbarcammo e, a distanza di tempo, debbo riconoscere che
passammo una splendida decina di giorni in quella meravigliosa isola,
anche se molto assolata , tanto che quando tornammo a casa eravamo
così abbronzati che allarrivo nel nostro vialino la mia mamma non
ci aveva riconosciuti!!!
Alcuni
mesi dopo andai a trovare Roberto alla falegnameria e mi fece vedere
la cima dellalbero che aveva tagliato poiché aveva trovato un
albero nuovo di alluminio, come si vede nelle foto, ed inoltre aveva
in mente di comperare un nuovo motore Volvo .
Nella
foto sotto si intravede lui e la sua falegnameria in stile!!!
E
sotto il pezzo di penna segato dallalbero originale e
lancora.
E questi sono i suoi piani di navigazione
Poi
mi fece vedere tutto il resto dellalbero che aveva attaccato al
soffitto.
Ma
la cosa più particolare è che lalbero
DODICI METRI
..
lha portato da Livorno a Pontedera sul portapacchi autocostruito
della sua auto a gas che ha tuttora
.e
quale macchina può
avere un tale amico simpaticone.???
la DUNA FAMILIARE !!!.....
CIAO
A TUTTI.
02/07/2009 Mario Volpini
v.maryone@libero.it
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