Storia di una barca chiamata MICET
Al tempo che avevo in acqua la
"stella LIA"
e non ero ancora sposato con la Meri, il lavoro che svolgevo in Toscana come consulente tecnico per
una ditta di interruttori di Brescia, mi portava spesso a contatto con
personaggi e cose delle più disparate!!!
Un pomeriggio durante il mio solito
giro di appuntamenti, mi ritrovai a far conoscenza con i Fratelli Benaglio,
persone squisite, che dal nord Italia si erano trasferite a Viareggio per
iniziare l'attività di coibentazione dei furgoni frigoriferi, e, credo siano
tuttora in forte attività.
Ero molto colpito dalla loro nuova
lavorazione della vetroresina e del poliuretano espanso, materiali che
iniziavano ad affacciarsi in vari campi tecnologici.
Con un piccolo stampo di poliuretano
facilmente modellabile partendo dal blocco di schiuma che si otteneva mescolando
al 50% due componenti, ricordo di
colore diverso, uno color miele chiaro e l'altro miele scuro, si poteva dare
qualsiasi forma ad un modello che, una volta ricoperto di alcuni strati di lana
di vetro impregnata di resina, opportunamente trattata e indurita, poteva dare
vita ad oggetti con le forme più
strane che, difficilmente con gli usuali materiali di allora, potevano essere
realizzate.
Fu così, con i loro consigli, ed un
poco di pratica, presi interesse a questo tipo di lavorazione della vetroresina,
la quale iniziava ad avere un grande successo anche nella nautica, tanto, che
durante le mie visite al cantiere Catarsi, il mio amico Modesti, allora
responsabile della commercializzazione delle note pilotine Calafuria e gozzi
Meloria, Lerici etcc... del cantiere, mi regalò appunto un gozzo Meloria con la
poppa distrutta, come si può vedere dalla foto, che per loro era troppo oneroso
come riparazione, rapportato alla produzione del nuovo.
Il risultato dellesperienza fatta
mi portò ad ottenere buoni risultati come si può vedere dalla foto del Meloria
ultimato.
E fu così che per diletto iniziai a
restaurare relitti, riparare, allungare, modificare barche e loro
accessori.
Una mattina passando per il nuovo
porticciolo del Chioma intravidi ricoperto delle foglie, abbandonata in un
campo, sotto un olivo, una
imbarcazione che per lo stato in cui era mi intrigò subito
alquanto.
Il relitto era una pilotina a vela
di circa 7 m con una bella linea a gozzo con la poppa più affinata della prua,
si trattava della Fiumara del cantiere C P R di Fiumicino, che mi colpì
subito, anche, forse, per quel suo
nome
MICET
(...che mi ricordava tanto una certa micetta conosciuta in
passato!!!
ma questa è unaltra storia
) di cui allego caratteristiche e
foto della serie
.Se non son matti non li vogliamo!!!....
ricavata da una Nautica del
1976
E queste sono le foto dello stato in
cui si trovava
.
Roba da pazzi dissero tutti coloro
che mi conoscevano quando finalmente me la portai in giardino a Tirrenia!!!....
Ma la cosa più stravagante, fu di come ne venni in
possesso.
Appena trovata, cercai subito lo
sfortunato proprietario (si fa per dire, era il titolare di una grossa azienda
di materiale elettrico del nord!!!) e scoprii che avrei potuto incontrarlo
presto a Milano alla fiera dellElettrotecnica dove sarei stato presente per la
mia ditta .
Era il titolare di una azienda di
connettori elettrici, a me già noto, con cui avevo già avuto contatti di
lavoro.
Ricordo che ci incontrammo al bar
degli stand della fiera, e per caso, feci scivolare la conversazione su quella
sua barca Micet
.
.Appena nominata
.non me ne parlare
!!!.....mi disse è stato tutto un dramma!!!
Poi ci mettemmo a sedere e mi
raccontò tutta la storia
Praticamente laveva acquistata al
salone di Genova dove era stata presentata per la prima
volta.
Lui cercava una modesta imbarcazione
per andare a fare qualche bagno con la famiglia
al di la dagli scogli in
tutta tranquillità
ma
.si sà
. come sono i bravi rappresentanti di commercio
,
gli rifilarono tutto il pacchetto offerta ammassato di tutti gli accessori,
anche i più inutili ad un modico prezzo, avendo subito sborniato le sue
possibilità
.
Saldato tutto in contanti, mi disse
che aveva lasciato il suo recapito toscano di una tenuta di cavalli che aveva a
Luciana, un paesino nelle colline sopra a Castiglioncello, dove solitamente trascorreva le
vacanze con la famiglia, per un eventuale accordo sulla consegna, che sarebbe
avvenuta verso giugno dellanno dopo il suo acquisto avvenuto al salone della
nautica di ottobre a Genova.
Mai e poi mai, avrebbe pensato che
un bel giorno fosse raggiunto a Milano, durante il lavoro, da una telefonata del
suo fattore di Luciana che lo avvertiva dellarrivo, con non poche difficoltà,
di un trasporto eccezionale con la sua imbarcazione a bordo, che arrancava sulle
strette strade, non asfaltate e sconnesse della via collinare che portavano alla
sua tenuta!!!
Arrabbiatissimo
.ma come.. mi
portano la barca in collina!!!!...e .. per non essere stato avvertito (in realtà
era lui che non aveva avuto il tempo di ascoltare
) con la sua auto venne in
zona e si mise subito alla spasmodica ricerca di un posto
barca.
E fu così che approdò al Chioma,
dove stavano ristrutturando il piccolo porticciolo dei pescatori, in vista del
nuovo villaggio turistico che stava nascendo nella zona.
.A proposito dalle ultime
informazioni ho saputo che in quel posto al giorno di oggi, se lo trovi, un ormeggio per un Piviere per la
stagione costa dai 4000 ai 5000 euro!!!
Continuando il racconto, mi disse
che laddetto agli ormeggi, in via del tutto favorevole (anche lui da buon
furbastro aveva già sgamato la situazione economica de tipo!!!) avrebbe
ospitato la.sua imbarcazione
provvisoriamente ad una boa, in attesa del suo periodo di ferie (dal 1 al 15 di
Agosto, come gli aveva assicurato il mio amico), trasferendola a banchina per
maggiore comodità per il periodo designato.
Solo cera un piccolo onere di un
milione di lire, per associarsi al circolo, un milione di lire per il
piazzamento della sua boa e circa un milione di lire per il trattamento
dellantivegetativa, che non era nel costo dellimbarcazione, ed inoltre il
relativo saldo a fine stagione dellormeggio, dellalaggio e del rimessaggio
.note accordate a suon di milioni
di lire!!!!
Stabilito il tutto, mi riferì che
tutto sommato pur essendo stato
molto oneroso, la famiglia
si era divertita ed anzi avevano anche accennato ad una piccola crociera fino
alle secche di Vada e a quelle della Meloria!!!
Il dramma si era presentato al
secondo anno quando per vari motivi
aveva deciso di andare in ferie con la famiglia a Giugno invece che ad
Agosto.
Telefonato al solito addetto
ormeggi che avrebbe voluto la barca pronta alla sua boa per i primi di giugno
..NON SI PREOCCUPI, SARA FATTO
DOTTO
.fu la
risposta!!!
Il fatto è che a giugno la sua boa
la noleggiavano ad altri per cui alarono la barca ormeggiandola in banchina ,
tanto non si sarebbe accorto di nulla
..senonchè
IN QUELLA NOTTE E NELLE SUCCESSIVE
ACCADDE DI TUTTO !!!
Fu proprio un finimondo il forte
Libeccio fece strappare anche gli ormeggi ad alcune navi fuori porto di Livorno
e fu così che nel bel mezzo di una riunione, il mio amico fu chiamato a Milano
da una telefonata che diceva
A
DOTTO VENGA SUBITO CHE LA
SU BARCA STA A AFFONDA E CE SO I RAGAZZINI CHE SI STANNO A
FREGA TUTTO!!!
Arrabbiatissimo corse di nuovo sul posto fece alare il
relitto e lo depositò nel campo attiguo in un posto in affitto dove dopo circa
dieci anni lho trovato io.
Ma la beffa non è finita qui
.
In seguito ho saputo che ha fatto
denuncia ai signori del porto
.. e
..ha perso pure la causa, poiché era tutto abusivo e
.. niente
puoi contro ignoti!!!!!!!
Per cui quando gli dissi se potevo
prenderla fu proprio contento di regalarmela, anzi mi disse che aveva salvato
motore elica e albero dagli sciacalli e li aveva alla sua tenuta di Luciana ed
erano a mia disposizione.
Dopo anni di lavoro è tornata a
navigare anche se la vendetti quasi subito!!!
Chissà adesso dovè
.di Fiumare non
ne ho più viste!!!!
Allego foto.
21/06/2009 Mario Volpini
v.maryone@libero.it
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