Questo
non è un trattato di cucina riferito alla pasta scotta o . ar..dente!!!Come diciamo quì nel Pisano-livornese, bensì
vorrei parlare di quello che prima o poi, accade ad ogni velista quando viene
sorpreso da una burrasca o da un groppo di vento.
E'indubbio che la cosa più importante, sia di
usare molta prudenza ed evitare di cercare questi frangenti, prima di aver acquisito una certa esperienza.
Daltronde
se non ci si trova mai in queste situazioni difficili, non si avrà mai lesperienza
necessaria per uscirne, è un pò come il gatto che si morde la coda.
Ho sempre
pensato che l'esperienza nautica di una persona non è dovuta tanto alle ore di
navigazione, bensì alla quantità di momenti diciamo critici che ha dovuto
affrontare, e nemmeno questo è sufficiente, poiché ogni burrasca è diversa
dall'altra.
Mentre il
comportamento della barca è sempre lo stesso, relativamente alla sua
struttura progettuale,questo, varia
moltissimo, secondo il temperamento del timoniere e dellequipaggio imbarcato.
Infatti
le cose cambiano totalmente se sei solo a bordo, o con un amico esperto, oppure
se sei con la famiglia e magari anche con bambini.
Spesso lapprensione in questo caso ti porta a
fare degli errori dovuti forse, anche per una esagerata tutela inconscia, delle
persone che hai a bordo.
Ho tanti
esempi, visti in passato, di famigliole che hanno rischiato molto, quando, per
un peggioramento improvviso del tempo, per la fretta di rientrare in Arno sono
quasi finiti sugli scogli messi allimboccatura della foce, stringendo troppo
la rotta per la fretta, invece di allargarsi abbastanza prima di rientrare.
Altri
rientrare al limite del rovesciamento per non aver ridotto nemmeno le vele.
Limportante
in questi casi è non farsi prendere dal panico, indossare tutti le cinture di
salvataggio e tenersi il più lontano possibile dalla costa sottovento, poiché con
il mare formato tutte le operazioni, sia le più semplici che quelle più
complicate, come mettersi alla cappa,
diventano molto più rallentate.
Un
piccolo sloop per stare alla cappa, deve usare un fiocco ridotto, molto
robusto e con la bugna alta.Solitamente
viene infierito più in alto sullo strallo di prua, affinché non sia investito
dalle eventuali ondate che rompono sulla prora, impiegando una ritenuta già
preparata per tenere la mura del fiocco alta sulla coperta.
Se anche
terzaruolando al massimo la randa cè ancora troppa vela, dopo averla bene
serrata, con il boma bloccato alto a centro barca, sarebbe necessario avere a
bordo una specie di trinchettina rovesciata
di materiale robusto da infierire sullalbero, fissando la scotta in coperta anziché
sul boma.
Ovviamente
è opportuno che queste due piccole vele siano di una misura precedentemente
studiata per tenere limbarcazione lievemente orziera.
Per
tenere la CAPPA ARDENTE va bordata piatta la trinchettina dal lato sottovento,
mentre il fiocco viene teso sopravento, dal lato opposto alla trinchettina e la
barra messa dalla stessa parte dove è fissata la trinchettina (sottovento) e
magari legata,( va bene anche un robusto elastico).
Il nostro
piccolo sloop .tenendo le vele così, durante le refolate di vento, viene allorza,
essendo la barra del timone messa sottovento. Giunto quasi controvento, la
trinchettina comincia a fileggiare e il fiocco a quel punto prende a collo
essendo teso dallaltra parte sopravento.
Ciò farà
poggiare la barca cosicché la trinchettina ricomincerà a ripetere laccostata
descritta seguendo un percorso a zig zag, ma sempre avanzando lentamente e lateralmente
al vento.
Lo
scarroccio trasformerà la zona di remora sopravento, da frangente a mare
lungo.
Questo
metodo si chiama appunto avanzare con la CAPPA ARDENTE .
Poiché limbarcazione
esce ripetutamente dalla remora, viene investita dai frangenti alternativamente
una volta sul fianco di prua e una volta su quello di poppa.(Colpo alla prua e colpo alla poppa)
Un
miglioramento del confort (se può esistere in queste situazioni!!!) si ha
trasformando la suddetta cappa in CAPPA MOLLE, consistente nel manovrare il
timone in maniera da abbriviare maggiormente limbarcazione, aumentandone un po
la velocità quindi presentando la prora
per più tempo alle onde fuori dalla remora, mentre la poppa uscirà sempre meno da questultima.
In tal modo a beneficiare maggiormente della remora
prodotta sopravento, saranno la parte
poppiera e la parte centrale dellimbarcazione, dove solitamente se la sta
facendo addosso lequipaggio!!!
( questa la potevo anche evitare!!! Ma faccio
solo per sdrammatizzare la situazione descritta, con un tantinino della mia
innata ilarità. Portate pazienza, purtroppo sono fatto così.)
Alla base
di tutto, in questi casi, è comunque necessario un ottimo equilibrio velico e
un buon uso del timone per far scarrocciare la barca, facendo in modo che le
onde non rompano più nella zona lasciata sopravento, assumendo questultima, la
forma del mare lungo.
E
comunque MAI abbandonare limbarcazione che tornerà sempre a riva!!! ( Specie
se è un Piviere, che, nel caso fosse a deriva mobile, arriverà fino ad una
costa dove, scendendo, avremo lacqua al massimo fino ai ginocchi!!!)
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15/05/2009 Mario Volpini v.maryone@libero.it
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