Dieci anni di vita de “Il Piviere – Giornalino Telematico”!
Maggio 1999 , maggio 2009: dieci anni di vita de “Il Piviere – Giornalino Telematico” . Un bilancio di questi 10 anni di attività del sito del Piviere, ma anche soprattutto un bilancio personale, del mio vissuto e delle mie personalissime idee sulla Piccola Nautica.
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<<Queste pagine sono dedicate a tutti quelli che si sentono "Pivieristi" in senso lato, quelli che, come me, credono che l'andare per mare a vela debba essere una cosa facile, sicura, economicaÂ…>>
Dieci anni fa cominciavo con queste parole lÂ’avventura del sito del Piviere: unÂ’avventura appassionante ed al tempo stesso non priva di momenti di difficoltĂ .
In quegli anni provenendo dal mondo delle derive, facili da gestire ed economiche, cercavo di guardare avanti e di fare il fatidico passo verso il cabinato. Mi chiedevo: era possibile trovare una dimensione alternativa al cabinato di 9-10 metri, troppo oneroso per le mie tasche, e soprattutto difficile da gestire in autonomia?
La ricerca di una risposta a questo enigma mi spingeva, nel tempo libero, a frequentare i cantieri e le banchine dei porti laziali, principalmente Fiumara Grande, Fiumicino, e Riva di Traiano.
Domandavo in giro, cercando informazioni sui quei piccoli gloriosi yatch degli anni settanta/ottanta che non erano piĂą prodotti, i Golif, le Alpa etc.., che erano alla portata delle mie tasche e dei quali cercavo di conoscere pregi e difetti.
In questi luoghi un po’ “bohemien” alla foce del Tevere facevo la conoscenza con qualche vecchio “lupo di mare” (più o meno genuino), ed anche qualche “lupo di fiume”, e molti “lupi di terra”. Ascoltavo i consigli di tutti coloro che avessero avuto la voglia di raccontarmi la loro esperienza.
E poi, soprattutto, leggevo, rileggevo e rileggevo ancora, i vecchi numeri di Bolina, quelli della “nautica disegnata” (non la rivista banale e patinata che è diventata oggi!) che parlavano di piccoli cabinati da diporto e di Piccola Nautica. Alla fine mi appassionavo al Piviere, sul quale avevo raccolto un po’ di idee, un po’ di materiale e molto, moltissimo entusiasmo.
Trovavo il Subè, il mio Piviere 660, a Talamone. Era in secca da anni, in uno stato di semi abbandono e coronavo così il mio sogno. Su di essa, con la mia famigliola, sperimentavo una nuova vita di piccolo armatore, che raccontavo poi sulle pagine del Giornalino.
A quellÂ’epoca Internet era ancora uno strumento poco praticato: di siti in italiano sulla Piccola Nautica ce nÂ’erano pochissimi: tutti siti su questo tema erano inglesi, francesi e statunitensi: da qui lÂ’idea di aprire un sito. DettoÂ…fatto! Le pagine erano state messe in onda sugli spazi Free di Velanet e giĂ ricevevo i primi riscontri positivi sullo spirito di questa iniziativa.
Capivo che cÂ’era un potenziale inespresso, che non ero da soloÂ…e tutto questo mi spingeva a continuare, aggiornando le pagine con fatica, visti gli impegni lavorativi e familiari e la mia poca dimestichezza con Internet.
AllÂ’epoca tenevo la barca a Riva di Traiano, un porto ben fatto ed apprezzato da chi, come me, per la dimensione della barca e per il fatto di avere a bordo due bimbi piccoli ed una moglie poco nautica, aveva la necessitĂ di avere servizi di terra ben organizzati.
L’ormeggio era un vero salasso, pagavo una cifra altissima, circa quattro milioni e mezzo delle vecchie lire (nel 2000!!) ….Ma poiché sulla nostra barca ci passavamo le vacanze, avevamo deciso che potevamo spendere un simile sproposito.
La barca catalizzava molte delle nostre attenzioni e dei nostri risparmi. Cercavamo di sfruttarla al massimo, utilizzandola come una seconda casa da raggiungere nei week end, anche dÂ’inverno.
Col passare degli anni i costi per il suo mantenimento aumentavano (circa un 10-15% l’anno), passavamo dalle lire agli euro ed i nostri soldi perdevano di valore. Inoltre il nostro “status” di genitori mal si conciliava con quello di armatori: il tempo da dedicare ai figli, a terra, cresceva, e quello che potevamo dedicare alla nostra barca, in mare, diminuiva.
Mi chiedevo dove fosse finito quel vantaggio del piccolo barchino, del piccolo naviglio, in fondo pagavo lÂ’ormeggio per un posto fino a 9 metri! , ma non cÂ’erano molte alternative a questa situazione.
Fortunatamente, qualche volta, fuggivo dalla cittĂ , e mi rintanavo solo soletto nel mio piccolo guscio di noce. Il Piviere potevo governarlo da solo, come una deriva, e quindi riuscivo a godermelo anche tra molte difficoltĂ .
Poi, nel 2003, la famiglia si espandeva nuovamente ed arrivavano i nostri due gemellini. Per noi venne il momento di decidere se trasferire definitivamente la barca a Fiumicino (un poÂ’ meno caro di Riva, ma sempre economicamente impegnativo) o, di fronte alla prospettiva di non poter utilizzare la barca per un lungo periodo, venderla.
La decisione cadde sulla seconda opzione. La vendita del Subè non fu traumatica per il mio sistema nervoso, non come pensavo. In fondo sapevo, da qualche parte nel mio cuore, che quello non era un addio ma solo un arrivederci
Anche il sito viveva, di riflesso, una lunga fase di addormentamento. Continuavo a ricevere moltissimi contatti, molti si offrivano di aiutarmi, ma, in realtĂ , ognuno era preso dalla propria quotidianitĂ e molte buone intenzioni cadevano nel vuoto.
Venduto il Piviere ritornavo alla deriva sulla quale continuavo a trasmettere ai miei figli la passione per la barca a vela, come mio padre aveva fatto con me da piccolo.
E tornavo anche a quella fase iniziale nella quale leggevo, valutavo, fissavo idee e concetti su questa dimensione della vela, che ha delle potenzialità enormi, ma che è così poco sfruttata e capita nel nostro paese.
Poi un giorno Gabriele mi scrive sulla casella di posta del sito: mi ringrazia del materiale che era stato pubblicato – gli era stato utile per conoscere il Piviere - e mi propone il suo aiuto. Io ero un po’ scettico, Gabriele era l’ennesima persona che mi manifestava l’entusiasmo per il sito, ma poi? Devo ammettere, pero’, che in lui intuivo qualcosa di diverso….
Lo incontravo a Roma, in un giorno di primavera, al suo studio. Durante il nostro incontro mi illustrò le sue idee, mi spiegò, da esperto del settore, perché alcune pagine non si vedevano più. Dalla nostra conoscenza nasceva una bella amicizia: Gabriele è una persona seria, una qualità che scarseggia nel mondo moderno.
E così in breve il sito è tornato a vivere.
In poco tempo siamo rientrati in contatto con alcuni dei vecchi assidui frequentatori ed abbiamo fatto la conoscenza di nuovi amici. Ci sono stati anche due “raduni” ed abbiamo stretto dei buoni rapporti di amicizia, che rimarranno nel tempo.
Il sodalizio telematico è diventato reale!
Sono nate buonissime iniziative, sono state elaborate alcune ottime idee, come quella dei porti a secco, quella del portolano. Su questÂ’ultimo punto ho un mio pallino: credo sarebbe molto utile arricchire il portolano con un censimento dei costi degli ormeggi, dei servizi forniti etcÂ…le informazioni dovrebbero essere raccolte direttamente dallÂ’esperienze di ognuno di noi.
Al contempo ammetto di aver perso un poÂ’ di fiducia nella Piccola Nautica.
Oggi per tenere un piccolo cabinatino o si va al lago o i costi da sostenere sono proibitivi; in questo secondo caso – decido di sostenere i costi del mercato - la barca diventa “totalizzante”, bisogna saperla sfruttare al massimo, tutte le vacanze, tutti i week end…. Esistono alcune eccezioni, vecchie concessioni demaniali, etc..ma non sono disponibili a tutti.
Per praticare la vela c’è ancora una bella opportunità : la deriva. Certo non è paragonabile al piccolo cabinato, ma prima di gettare tutto alle ortiche pensiamo a quante belle qualità ci riserva: costi di rimessaggio risibili, costi di manutenzioni azzerati, a fronte della possibilità di veleggiare nella giornata (day-sailer) o di effettuare piccole crociere sottocosta in campeggio nautico.
A me in questo momento va benissimo: sono in quella fase della vita in cui la deriva mi consente di veleggiare con la mia famigliola, i miei ragazzi, quando voglio, dove voglio, a costo zero.
Anche sulla Nautica Carrellabile ho un’idea precisa: in Italia non va. Ho scritto le mie motivazioni in un articolo dal titolo Ancora sulle barche carrellabili – Deriva si, cabinato no pubblicato sul Giornalino nel 2000.
Però la cosa buona è che se ne parla, anche se non si è d’accordo, c’è confronto e soprattutto che ci sono degli ottimi esempi di eccezioni alla regola.
Per tornare ai nuovi amici che ci hanno contattato dopo la “ripartenza” del sito, abbiamo avuto la fortuna di conoscere personaggi incredibili che hanno raccontato storie colorate e bellissime, che sarebbero andate perdute se non avessero avuto lo stimolo e lo spazio dove trovare dimora.
Oggi queste persone sono diventate dei veri riferimenti di questa comunitĂ . Penso ai racconti di Mario, agli articoli sempre argutissimi di Francesco, a quelli di Fabio e Alfredo che ci danno molti contributi sulla vela aurica, sulla nautica carrellabile ed, in genere, sulla cultura marinara. Penso alla poesia dei racconti di GabrieleÂ…
In questo senso Naima è il vero Giornalino Telematico, si può stampare il numero del mese e portarselo appresso, farsi una vera e propria collezione.
Insomma sono passati 10 anni, io sono diventato un padre maturo, i capelli si sono imbiancati, eppure, nonostante le mie personali opinioni sulla Piccola Nautica, il bilancio del sito del Piviere è incredibilmente positivo.
Credo di aver “tirato la carretta”, da solo, per molti anni; se guardiamo agli articoli scritti molti dei primi sono firmati da me. Ora, invece, mi godo gli articoli che vengono pubblicati su Naima, un po’ come il motore di una vecchia cinquecento, quando si tira la leva dello starter e ci mette un po’ ad avviarsi, ma poi ti restituisce quel “sound” così caratteristico…ora mi godo il “sound” di Naima!
Ora, per questi 10 anni, i miei ringraziamenti, non solo doverosi ma, da parte mia, sentiti, molto sentiti.
Desidero ringraziare innanzi tutto Velanet, ed in particolare Milco, il suo “Guru”; in questi 10 anni Velanet ha ospitato gratuitamente le pagine del sito del Piviere, e poi successivamente il Forum, e poi Naima. In questi 10 anni alle nostre richieste di assistenza tecnica Milco ha sempre risposto prontamente: non ho mai dovuto attendere più di poche ore per avere nella mia casella di posta la su pronta risposta alle varie richieste di natura tecnica che in questi anni si sono presentate.
Secondariamente, ma altrettanto sentitamente, ringrazio Gabriele che con il suo supporto ha permesso la realizzazione di un piccolo grande sogno: il Forum prima, e Naima dopo, hanno realizzato quello che avrei voluto dall’inizio: uno spazio interattivo, dove potessimo scambiare liberamente le nostre opinioni, le nostre idee, le proposte riguardanti non solamente la Piccola Nautica in genere, ma, piu’ estesamente, quella filosofia di semplicità e di universalità che sta dietro alla Piccola Nautica: la “Filosofia Piviere”, appunto.
E parlando di Piccola Nautica il mio pensiero non puoÂ’ che non andare al Circuito Piccola Nautica, ed a quella magnifica idea di Fabio, che qui voglio ricordare e ringraziare, e di Gabriele (si, ancora lui!). Un pensiero va anche a Lop che ha messo a nostra disposizione, gratuitamente, la sua capacitĂ creativa, realizzando un logo che ritengo bellissimo.
Infine voglio ringraziare tutti voi che avete contribuito a costruire questo spazio; in 10 anni siete stati in molti ad aiutarmi, ho paura di dimenticare qualcuno per cui non mi avventuro nella lista.
Grazie per la vostra collaborazione, grazie per la vostra “spinta”, sebbene siamo ancora in pochi per rappresentare un nuovo mercato potenziale, per fare una nuova tendenza, credo che la virulenza delle nostre idee contagerà molti altri!
Buon Vento!
L.P.
15/05/2009 Luigi Papetti
luigi_papetti@yahoo.it
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