LÂ’incontro era stato rimandato molte
volte, a causa dei miei molti impegni familiari e anche il 28 dicembre, giorno
in cui era stato fissato di vedersi, apro la finestra alle 8 di mattina e
quello che segue è quello che mi trovo davanti:
Finalmente, il 31 dicembre la
giornata pare ottima e dopo un veloce accordo telefonico con Valter, decidiamo
di darci appuntamento al circolo velico di Passignano per il primo pomeriggio.
Essendomi preso una giornata di
libertà dalla famiglia, decido di partire in tarda mattinata e di fare un salto
anche a Tuoro dove c’è la barca di Gabriele, …così passo e le do un’occhiata.
Appena arrivati al parcheggio
antistante il campeggio di Tuoro, lo spettacolo che si para davanti è
decisamente, nella sua dicotomia, veramente speciale.
Da una parte la natura, con la sua
bellezza, sempre unica e diverso
DallÂ’altra, lÂ’incuria umana, che
tutto sciupa e cerca di soggiogare
In virtù delle nuove linee guida
date dai nostri politici, qualche natante ha deciso di seguire gli illuminati
consigli circa la flessibilità del proprio lavoro e da barca…..si è trasformato
in sommergibile!!
A proposito, per Mario, è forse
questo che tu chiami il Pivierino? Dovrebbe trattarsi del Lanaverre 550:
Â…..e poi Â…ho trovato leiÂ…Â…Â…Â…:
Questo fantastico barchino è uno dei
primo modelli di Bisso Two e io lo trovo bellissimo.
Ha la poppa dritta, dovrebbe essere
un intorno ai 5 m
(quindi qualcosa meno dei modelli successivi che sono lunghi circa 5.60 m), ha un pozzetto molto
piccolo e una discreta abitabilità interna.
Secondo le notizie in mio possesso,
dovrebbe avere una pinna che termina con un bulbo, azionato da un sistema fatto
da un paranco, sostituito nei modelli successivi da una vite a cremagliera
lungo il puntone dellÂ’albero e lÂ’eliminazione del bulbo, a favore di una
completa scomparsa della lama della deriva.
Osservate gli sciccosissimi fanali
posti ai lati della tuga e la manica a vento per lÂ’aerazione interna. Dalle
foto non è possibile vederli ma sono presenti anche gli alloggiamenti per gli
scalmi dei remi!!!.
Mi piacerebbe entrare in contatto
con il proprietario e chiedergli di regalarmela in modo da restaurarla piano
piano e renderla di nuovo navigante; farle fare, insomma ciò per cui era nata:
veleggiare e rendere felice chi la faceva navigare;
Osservare quella fiancata che frega
contro quel pontile galleggiante mi fa davvero male!
Dopo questo intermezzo che mi ha
lasciato un poÂ’ di tristezza nel cuore, riprendo la macchina e riparto alla
volta di Passignano.
Valter è già lì ad aspettarmi e lo
trovo a chiacchierare con un amico di banchina; persona veramente cordiale mi
mette subito a mio agio e mi accompagna a vedere la sua creatura.
Dopo circa 15 anni di modellismo
(non mi ricordo di quale tipo), decide di provare a costruire una barca e la
sua scelta cade sul Cape Henri 21 di Dudley Dix, progettista sud africano e
“importato” in Italia dalla Nautikit, sostenuta da una pagina web ed un forum
molto seguito e animato.
La barca è indubbiamente particolare
e non è difficile individuarla tra le altre: veramente bella e di carattere:
Osservando la cura dei particolari e
le essenze utilizzate per i legni a vista mi è venuto spontaneo osservare che,
difficilmente, un cantiere professionale sarebbe riuscito a raggiungere un
risultato di eccellenza tale; le foto riescono a rendere solo in parte la
bellezza di questa barca.
Anche gli interni non sono da meno e
anche se l’abitabilità è relativa e legata alla non eccessiva altezza della
cabina, tutto è al suo posto, completo di tutto, dal necessario al
superfluo:dal vhf alla radio stereo,dal lavandino (autocostruito) agli spot alogeni.
Il trasto della randa si trova a
poppavia del pozzetto, articolato con un cavalletto composto da un tondino di
acciaio, molto “old style”.
Nel pozzetto trova alloggiamento anche
il motore, un otto cv Honda molto affidabile e docile nellÂ’inserimento delle
marce (credo proprio sia lo stesso modello che ha adottato Sergio sul Buser);
parte al primo colpo ed è di una delicatezza veramente notevole.
Mollati gli ormeggi usciamo dal
porto
e lasciatoci il paese di Passignano al
giardinetto di dritta
facciamo rotta verso il centro del
lago
Con Valter conversiamo del più e del
meno e la veleggiata si rivela molto bella sia per la temperatura mite che per
il venticello che muove la barca.
Quasi tutto in questa barca è
autocostruito; ad esempio lo sono i bozzelli che costituiscono il gioco del
trasto. Veramente belli e ben fatti!!
La navigazione procede facendo
rotta, prima in direzione di S.Feliciano e dellÂ’Isola maggiore, dove ci viene a
trovare un Meteor solitario
E poi verso la Polvere, così cara a
Francesco e che mi riprometto di visitare quanto prima
Il sole si avvia a tramontare
E quindi dopo gli ultimi bordi
Facciamo ritorno verso il porto di
Passignano
Rientrando ormai a notte fonda e con
le luci di via accese, facendoci guidare dai fanali del porto.
Sono molto contento di aver fatto la
conoscenza di una persona come Valter; la sua conoscenza dell’autocostruzione è
preziosa e spero di iniziare quanto prima unÂ’esperienza del genere, magari
supportato dai suoi preziosi consigli.
P.S. da poco, oltre alla sua
attività principale,neha avviata anche
una secondaria dedicata al restauro e alla costruzione ex novo di barche, a
vela e a motore.
Se qualcuno, quindi, sul Trasimeno,
avesse bisogno di lui, vi lascio in evidenza i suoi dati.
TRASIMENO YACHTING
di Walter Alunni Cardinali & C.
Zona
Industriale
06065 Passignano Sul Trasimeno (PG)