Caro Luigi,
mi sa che abbiamo vite parallele.
Ti allego queste mie osserrvazioni. Fanne quel che ritieni opportuno.
Cordialità. Fabio

La Barca del Papà

di Fabio Fazzo

 

Credo che la mia esperienza sia vissuta dalla maggior parte dei velisti:

finché si è giovani si può andare in barca con poche esigenze e pochi soldi, poi si mette su famiglia e per mollare gli ormeggi anche solo per un pomeriggio devi far combaciare tali e tante esigenze che … resti a terra.

Si salvano solo scapoli e divorziati senza prole.

Infatti se c'è prole, ai fini velici, è inutile essere scapoli o divorziati, anche se c'è comunque il vantaggio che le fidanzate occasionali sono in genere più disponibili a sopportare i disagi dell'andare in vela rispetto alle mogli o alle compagne fisse.

Ma (soprattutto) le fidanzate occasionali non chiedono con occhio indagatore quanto spendi per la barca.

Incontro continuamente un sacco di gente nelle mie condizioni, ma, caso strano perché sembra confliggere con le leggi di mercato, non esistono barche pensate per quelli come me, cioè per la gente, credo, normale ed anche le riviste di vela (salvo, in parte, Bolina) sembrano fatte per solo per quattro gatti extraterrestri senza problemi e pieni di soldi.

E' per questo che ho iniziato a sognare la barca che nessuno fa e che qualcuno prima o poi dovrebbe fare: la Barca del Papà.

L'obbiettivo è quello di riuscire a portare a spasso per mare in gite giornaliere n. 2 bambini e n. 1 moglie, senza tenerli con i piedi continuamente a mollo, senza fargli correre il rischio di scuffie, senza pretendere che collaborino troppo attivamente alla conduzione della barca ed, in generale, consentendo loro di vivere a bordo in modo abbastanza comodo.

Ciononostante, in certe situazioni (bambini in po' cresciuti e/o moglie un po' sportiva e/o bambini e moglie sbarcati) la nostra barca deve essere in grado di darci qualche soddisfazione a vela e deve essere interessante anche per chi, pur non avendo problemi familiari, cerca un comodo day cruiser, buono anche per il camping nautico. Il tutto al prezzo di un'utilitaria o poco più.

Le caratteristiche qui selezionate (e, soprattutto, l'esame ragionato che ne segue) servono per identificare in modo razionale la barca che cerchiamo e per aprire eventualmente un utile dibattito. Purtroppo, identificata la barca ideale, ci si dovrà accontentare di quella reale, che più si avvicina alle nostre esigenze.

Caratteristiche di fondo della nostra barca saranno:

 

Perché così?




Materiali costruttivi:

Vtr o compensato; si tratta ovviamente dei materiali obbligati per qualsiasi piccola barca da diporto. Se un progettista (ad esempio un Carlo Bertorello, progettava barca del genere -serie "Carolina"- aveva un sito che non trovo più) si dedicasse alla nostra barca ideale, il compensato marino sarebbe ovviamente il materiale da utilizzare.

Attenzione: non penso all'autocostruzione. Con i progetti si può affidare la costruzione a un cantierino (il tema richiede una trattazione a parte).

Lunghezza:

Tassativamente tra i 5 e i 6 metri. Sotto i 5 metri è impossibile avere lo spazio sufficiente per garantire la comodità minima necessaria; sopra i 6 metri possono iniziare a sorgere problemi per la carrellabilità, possono aumentare in certi marina le tariffe di ormeggio (dove vado io, fino a 6 metri sei "barchetta", che può essere sbattuta ovunque a costi più bassi, oltre sei "barca vera" meritevole di più attenzioni, ivi incluse quelle al portafoglio del proprietario), diventa difficile (e costoso) trovare lo spazio per il rimessaggio invernale.

Ponte, pozzetto, bordo:

Una barca pontata offre un'immagine di solidità maggiore (pensare a moglie e figli), è oggettivamente più asciutta e più comoda per prendere il sole. Ma il ponte deve essere in gran parte apribile per allungare il pozzetto e consentire ai passeggeri di sedersi quando si va a vela e quando si naviga con mare formato.

Un bordo abbastanza alto aiuta ad imbarcare meno acqua in navigazione e consente di ricavare sotto il ponte (ribadisco, apribile) una o due cuccette. Con le nostre dimensioni è eccessivo pensare ad un vero cabinato e, salvo non si voglia condurre una vita davvero spartana, non si può pensare di utilizzare la barca per la crociera.

Una cabina vera e propria spezza la barca e la rende meno fruibile. Una o due cuccette ricavate sotto il ponte (in fondo è la soluzione del Piviere), ma che restino parzialmente a cielo aperto, se ombreggiate da un tendalino, possono consentire ai pupi di farsi un pisolo, mentre siamo all'ancora in qualche tranquilla baietta e, a qualche giovane leone, di farsi in fine settimana in camping.

Con una l.f.t. attorno ai 6 metri troveremo spazio, volendolo, per un w.c. chimico, un serbatoio d'acqua dolce e una ghiacciaia (non un frigorifero!).

Deriva e zavorra

Non sono un fanatico della deriva mobile. Una barca a deriva fissa ben zavorrata è anzi sicuramente più stabile e sicura, ma… siete sicuri che andrete al mare sempre nello stesso posto? Non pensate che d'inverno un "posto barca" nel cortile di una cascina in campagna vi costerà niente o comunque molto meno di quello che vi costerebbe lo stesso posto in un marina?

Per questi motivi la nostra barca deve essere carrellabile e, quindi, deve avere la deriva mobile e non deve pesare più di 600 chili; il tutto per consentire alla barca di essere agevolmente alata e trainata dalla nostra normale berlina.

La deriva mobile ben potrà essere zavorrata e potrà essere basculante (esempio di deriva mobile basculante zavorrata su barca di 6 metri: Isola 21) o a baionetta (molto più semplice dal punto di vista costruttivo).

Si può immaginare un'ulteriore zavorra ad acqua sul fondo della barca (tipo i ballast sui 60' classe libera), in modo tale che quando si ala la barca per il trasporto, si toglie l'acqua e la barca pesa meno.

Occorrerebbe però sul punto il giudizio di un esperto di costruzioni navali.

Armo

Randa, fiocco, genoa murato sul bompresso. Un armo così frazionato ci darà una barca molto versatile. Si naviga con famiglia? Fuori poca tela. Ci si può lasciare andare? Issa il genoa, moltiplica la superficie velica e vai. Inoltre il genoa murato sul bompresso consente di tenere bene le andature portanti in una situazione

(equipaggio inesperto) in cui è letteralmente impensabile issare uno spi.

Secondo me, per una questione estetica, una barca come la nostra merita una randa aurica.

Motore

Non possiamo obbligare moglie e figli a stare fermi in mezzo al mare ad aspettare la bavetta giusta o ad affrontare solo a vela situazioni difficili. Occorre quindi che la nostra barca sia predisposta per alloggiare (senza scompensi di peso) un fuoribordo da 5-6 cavalli con serbatoio esterno (per avere abbastanza autonomia e per distribuire meglio i pesi).

Prezzo

Ci avete mai pensato? Una Panda (un bel po' di chili di ferro, un motore da 30/40 cv, impianto elettrico, freni, pneumatici, sedili, strumentazione, marmitta catalitica, ecc.) costa circa 10 milioni. Un guscio di plastica di sei metri nuovo, senza motore, senza impianto elettrico, senza strumenti (al massimo una bussola dal valore di qualche decina di migliaia di Lire) parte da 30 milioni !

Certo c'è un problema di economie di scala, possibili sulla Panda e impossibili sul nostro guscio, ma la differenza mi pare davvero troppa. Il problema va approfondito, soprattutto dal punto di vista tecnico, e mi piacerebbe leggere opinioni in proposito.

Sono però convinto che dovrebbe essere possibile riuscire a vendere la nostra barca attorno a Lire 15.000.000. In fondo un Cornish Crabber 16' viaggia attorno a Lire 22.000.000, ed ho trovato un cabinatino di 6 metri in versione guscio da allestire (la nostra barca non richiede grandi allestimenti) proprio per Lire 15.000.000.

B.V.

Fabio Fazzo

Gennaio 2000